Il Fantasma nella Macchina
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Un’applicazione continua a generare tweets ed altri post sui social network anche dopo la morte del titolare dell’account. Il programma LIVESON si basa sull’analisi della personalità del gestore defunto e sullo studio della sua tipica sintassi con la finalità di preservargli una sorta di immortalità. L’applicazione legge e cataloga le preferenze dello ‘user’ per riprodurne l’identità: il proverbiale ‘ghost in the machine’. Una sorta di immortalità silicea è così a disposizione per poche manciate di dollari. In fondo, nel pianeta sono milioni le persone che identificano la loro vita solo su ciò che fanno e su ciò che può essere comunicato sui social network. Questa reificazione e semplificazione dell’esperienza vitale ben si presta ad essere ‘clonata’ e sostituita da un costrutto algoritmico. Sono sicuro che saranno ben pochi quelli che si accorgeranno della sostituzione sintetica dell’autore.
Sono sempre stato sorpreso dal bercio informatico e dalla frenetica compulsività di chi usa i cosiddetti social network che costringono le interazioni umane in format preconfezionati ed asfissianti. Le possibilità d’espressione sono ridotte al minimo così come la possibilità di scambiare vere e proprie informazioni. I social network consentono inoltre, a chi lo voglia e possa, di farsi un quadro esaustivo delle relazioni di un soggetto, violando così le più elementari norme di privacy. La tecnologia informatica data in pasto alle masse assomiglia sempre più ad un dominio stregonesco di dominazione e controllo dalle superbe capacità seduttive.
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